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La coscienza e l’arroganza

(riflessione di Claudio Bottinelli 33:.)

 “L’equilibrio equinoziale, con il suo perfetto
bilanciamento degli opposti, è il momento focale
per la ripartenza. Assistiti dal vigore
del fermento nascosto della Natura pronta al risveglio,
raccogliamo dunque le nostre forze,
che risiedono nella unione, e proseguiamo
in questa affascinante avventura umana, prendendo
il posto che ci compete e tutte le responsabilità
che la nostra missione personale comporta”.

Balaustra sull’Equinozio 2020
del Gran Maestro Sergio Ciannella

 Stiamo vivendo nel panico del coronavirus. In un batter d’occhio abbiamo dovuto riporre le nostre abitudine e vestirne altre, abbiamo abbandonato i nostri sogni e ne abbiamo cercati altri, siamo stati costretti, in una parola, a cambiare modo di vita e anche di pensare, mentre aumenta la conta degli infettati e dei morti e i nostri scienziati, in tutto il mondo, stanno cercando con affanno come poter battere questa emergenza e i nostri medici e sanitari si sfiniscono cercando di opporsi al virus che sta mandando in tilt gli ospedali.

Come è potuto accadere? Ci stiamo chiedendo in tutto il mondo. E’ accaduto perché un virus, un infinitamente piccolo essere (perché tale è, anche lui) che avevamo trascurato e guardato dall’alto in basso, si è modificato geneticamente. Una variazione che gli scienziati dicono piccola ma che è bastata a gettare nel caos l’intero pianeta.

Come può essere accaduto questo?

Di nuovo l’uomo si è gettato in ipotesi e in supposizioni, arrivando a spolverare ipotesi complottistiche di laboratori segreti gestiti da chissà quale forza internazionale dove il virus sarebbe stato modificato per poter essere usato come vera e propria arma mortale in scontri, guerre fra giganti dell’economia che hanno finito per stritolare i singoli individui nel nome del dio profitto, del guadagno, dell’avidità, fuori dalle dimensioni del giusto, dell’equilibrio che ha retto fino ad oggi il mondo e la natura.

Frenesie di chi si rifiuta di cercare, di chi si accontenta di soluzioni populistiche e superficiali ma di effetto, andando alla ricerca di un colpevole quale che sia, di un “nemico” da combattere. Di un “untore” di manzoniana memoria.

Senza rendersi conto che il “nemico” di noi stessi siamo proprio noi stessi. Con la nostra arroganza che ci ha convinto di essere i padroni del mondo e non semplicemente parte del mondo, e ci ha spinto in un crescendo disastrante a distruggere ciò che esiste su questo pianeta, a modificarne in modo troppo rapido le specie – soprattutto vegetali – per far fronte a richieste sempre più “golose” dell’uomo, spinto ad un affannoso consumismo da chi traduce il termine benessere con ingordigia e brama di potere.

Vuoi vedere, dovremmo piuttosto chiederci, che questo virus che ci sta decimando non è altro che una trasformazione naturale di quanto già esisteva e che è stato indotto a mutarsi dalle variazioni che l’uomo ha forzatamente causato alla Natura, rompendone l’equilibrio che aveva raggiunto e su cui sin reggeva?

Mi spiego meglio, avvertendo che la mia vuol essere ed è solamente una riflessione sulla quale invito tutti a meditare ma non ha alcuna radice scientifica. E che dunque rimane tale e quale.

Vuoi vedere che gli abusi di sostanze che vengono usate in agricoltura, in tutto il mondo, per avere raccolti maggiori, che le variazioni genetiche delle piante per ottenere più frutti o frutti migliori, che le disboscazioni selvagge, che le variazioni del clima e degli ambienti possono essere – queste – alla radice delle mutazioni del virus, e non le ipotesi dietrologiche e semplicistiche, oltre che allucinanti, di variazioni in laboratorio poi “sfuggite” o volutamente usate?

Se la nostra riflessione dovesse avvicinarsi al quadro reale delle cose, allora dobbiamo prepararci a vivere un’altra dimensione perché da oggi in poi le vite degli uomini non saranno più le stesse. Che ci piaccia o no.

Se questa riflessione si avvicina alla realtà delle cose, se da oggi ciò che ha avuto senso ieri non ha più senso e dovremo trovare un senso diverso al modo di esistere dell’uomo, allora – mi chiedo – quale dovrà essere, oggi, il compito del Massone?

Credo che il Massone dovrà innanzi tutto impegnarsi a far comprendere all’uomo ciò che sta accadendo, che un’epoca della vita si sta chiudendo e un’altra sta aprendosi. Solo se l’uomo se ne renderà conto potrà sopravvivere, perché quella del coronavirus è solo una prima pandemia, ma altre probabilmente ci aggrediranno nei prossimi anni, fino a che un nuovo equilibrio non si sarà ristabilito.

E’ apocalittico il mio ragionamento? Certo, lo è. Anche se temo che purtroppo possa trovare qualche radice nella realtà.

Non voglio rispolverare certo la profezia di Nostradamus che, secondo certe interpretazioni, avrebbe predetto secoli fa che ci sarebbe stato un Papa nero (e Papa Francesco viene dai Gesuiti, dei quali fu a capo, e il loro capo se non erro è definito il “Papa Nero”) e dopo di lui il mondo sarebbe finito nel giro di altri due o tre Papi. Sciocchezze inaccettabili, dicono i più. E probabilmente è così.

Ma sciocchezze che inducono a riflettere, viste certe concomitanze di tempi.

Vuoi vedere che questa apocalittica profezia non “vedeva” la fine del mondo in quanto tale, ma solo (si fa per dire) la fine di una genia di uomini, di un mondo che aveva peccato di “ubrìs” per dirla con gli antichi greci (che la consideravano il peggiore dei peccati, l’unico mortale) di grande presunzione cioè, e che doveva , aveva necessità di “purificarsi”?

Che insomma la Natura avrebbe preteso di ritrovare il suo equilibrio e intendesse scrollarsi da dosso quegli “insetti” (gli uomini) che in modo presuntuoso avevano pensato di essere i veri padroni e non solo “inquilini” della Natura, parte cioè della Natura, elementi cioè, così come lo sono tutti gli altri esseri, virus compresi, e che con il loro prolificare senza più limiti stavano corrompendo gli equilibri?

D’altra parte, nella nostra arroganza, e questo è stato un altro errore gravissimo, noi uomini abbiamo guardato a ciò che era misurabile con i nostri sensi, al mondo animale e vegetale, a quello della terra e delle rocce, ma abbiamo sottovalutato se non ignorato (o quasi) il mondo dell’infinitamente piccolo, finendo con il trascurarlo, anzi con il dimenticarlo.

Un mondo che però esiste, che per continuare ad esistere è costretto a modificarsi quando cambiano le situazioni (clima e altro) nelle quali vive, cosa peraltro del tutto naturale e comprensibile, e modificandosi cambia anche i suoi habitat e i suoi modi di vita.

Che possono – i nuovi – essere letali per altre specie che esistono e vivono nella Natura, uomo compreso. Come è accaduto da sempre e accade di continuo, pensiamo alle specie estinte e a quelle – animali e vegetali – che continuano a estinguersi anche oggi.

Vogliamo, dunque, avventarci nella ricerca delle cause dell’attuale disastro andando ad inventare ipotesi di fantascientifiche trame di laboratori e misteriose guerre con i virus usati come arma? Facciamolo. E’ un modo per assolvere l’uomo dalle sue colpe, per non prendersi le responsabilità,e comunque di porsi il dubbio che possano esistere.

Ma evitiamo, per favore, di dover verificare che quel pazzo di Nostradamus alla fine avesse ragione.

Facciamolo per il bene dell’umanità.

Altrimenti, fra qualche centinaia di migliaia di anni, gli esseri che allora vivranno sulla terra si chiederanno come e perché il genere degli uomini scomparve tanto rapidamente, proprio come avevano fatto i dinosauri tanti millenni prima di lui.

Forse per l’impatto di un meteorite gigante?

O forse – c’è da rifletterci – per un virus invisibile a occhio nudo che aveva modificato il suo essere ed aveva aggredito – lui, che faceva parte anch’esso della Natura e a pieno diritto – quegli esseri tanto più grandi di lui, ma indifesi e sciocchi?

Pensiamoci sopra. Forse stiamo sbagliando. O forse no.

 Grosseto, 21 marzo
Equinozio di Primavera dell’anno 6220