Di Claudio Bottinelli

 
Una delle opere più belle e più famose di Sandro Botticelli, nato a Firenze nel 1445 e morto sempre a Firenze nel 1510, è “La nascita di Venere” che l’artista dipinse durante un suo soggiorno romano. Chi non la conosce? Venere che è in piedi su una grande conchiglia, appena uscita dal mare, con Zeffiro che soffia alla sua destra e una figura di donna che le offre un grande drappo rosseggiante sulla sua sinistra, avendo alle spalle un grande mare, con la conchiglia poggiata su solida terra.


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Siamo in pieno Umanesimo. E proprio in quegli anni il monaco Leonardo da Pistoia aveva consegnato il Corpus Hermeticum a Cosimo de' Medici che non più tardi del 1463 incaricò Marsilio Ficino di tradurre dal greco al latino e in seguito all'italiano dell’epoca. Il Corpus Hermeticum composto da scritti dell'antichità rappresentò la fonte di ispirazione del pensiero ermetico e neoplatonico rinascimentale.

Nel Corpus Hermeticum, ci consegna, una raccolta di scritti filosofico-religiosi di epoca tardo-ellenistica, attribuiti, appunto, ad Ermete Trismegisto, il Mercurio latino identificato anche con l'egiziano Thot, il Dio che dona agli uomini la scrittura. Le caratteristiche di fondo di questi testi si riassumono in una dottrina esoterica, in una “divina rivelazione”, donata agli uomini da Ermete non mediante dimostrazioni razionali e deduzioni logiche, bensì tramite una sorta di “iniziazione” misterica.

Per gli alti contenuti spirituali e morali di questa letteratura, durante il Medioevo e il Rinascimento, Ermete Trismegisto fu addirittura considerato un profeta pagano di Cristo. Come nei misteri, ci troviamo di fronte a una dottrina "trasmessa" che non bisogna divulgare.
Una dottrina misteriosa che però poteva leggersi attraverso una simbologia che, anche nei secoli successivi, si è tramandata ed è perfettamente leggibile a chi abbia  gli strumenti e la capacità di leggerla.

Non intendo certo addentrarmi nell’insegnamento del grande Ermete Trismegisto, ma la citazione mi permette di precisare che certamente Botticelli era a conoscenza del Corpus Hermeticum e, probabilmente, frequentava o era vicino a quel gruppo di uomini di cultura come Marsilio Ficino o Pico della Mirandola che erano nell’ambito fiorentino dei Medici e furono portatori di un modo di pensare nuovo rispetto a quello dogmatico e chiuso del Medioevo.

Ma torniamo a “La nascita di Venere”.
Questa splendida opera offre, fra le altre, una lettura esoterica che si allaccia addirittura alla simbologia che gli stessi Massoni ancora oggi leggono nelle loro  Logge.
Cerchiamo dunque di “leggerla” in questa chiave.

Venere dunque. Bellissima, nuda, purissima, che si eleva da una grande conchiglia appena uscita dal mare. Ed è proprio quella conchiglia a suggerire quella che può essere la chiave di lettura esoterica. Perché l’artista, fra le tantissime conchiglie che poteva ritrarre ne sceglie una particolare, cioè  la conchiglia che veniva usata dai pellegrini che facevano il percorso di San Jacopo de Compostela e che usavano,  durante il loro faticoso viaggio, per attingere acqua alle fonti e alle sorgenti. Dunque quella grande conchiglia per quadro indica… un viaggio; è simbolo di un viaggio...

E quali sono altre immagini che si mostrano, certamente non a caso, nel quadro del Botticelli?

zefiro.jpgAlla destra di Venere c’è Zeffiro, il vento, l’aria che soffia.


drapporosso.jpg     A sinistra una donna che offre un drappo rosso che è mosso come fosse fuoco.

 

Dietro a Venere l’acqua del mare.
Non vi viene in mente il momento della prima iniziazione massonica? A chi bussa viene chiesto di fare un viaggio (nel dipinto di Botticelli  rappresentato dalla conchiglia), ed entra in un mondo nuovo nel quale sta per fare i vostri primi passi (la terra solida sulla quale la conchiglia è approdata) dove gli è chiesto di affrontare delle prove: quella dell’aria (Zeffiro), quella dell’acqua (il mare, nel dipinto) e quella del fuoco (il drappo portato dalla figura di donna). Compiuto il viaggio e giunto alla terra nuova chi giunge è come nudo, dinanzi a una terra tutta da scoprire. Nudo come simbolo di purezza. Non una nudità provocante, ma delicata, pura appunto.
E’ l’iniziazione massonica. Una “iniziazione” che può rileggersi nella splendida opera del Botticelli, qualora siamo in grado di saperla leggere in chiave esoterica.

Ma c’è di più. E’ interessante notare che il piede sinistro di Venere è in avanti, e il piede destro forma quasi una squadra. Altri simboli leggibili nel dipinto: di Zefiro e dell’angelo che lo sorregge si notano solo tre gambe che scendono (la quarta, una dell’angelo, è avvinghiata al dorso di Zefiro), Tre. Come tre sono – sulla destra del dipinto – i tronchi degli alberi. Sarà un caso?

Insomma, leggendo il dipinto del Botticelli in chiave simbolico-massonica, molti sono gli spunti per una riflessione, cercando di leggere i simboli che l’artista ha voluto trasmettere, in una sorta di messaggio esoterico. Un messaggio che evidentemente la Massoneria ha in qualche modo raccolto e fatto proprio.